Sognando PG

Se la PG – come afferma Tonelli – è la multiforme azione di una comunità che – animata dallo spirito – pone nella storia azioni salvifiche verso i giovani, allora essa può essere individuata come un servizio di comunione, in cui tutta la comunità ecclesiale compartecipa alla realizzazione di progetti che possano annunciare il Vangelo, i cui destinatari sono i giovani, ma in cui gli stessi giovani partecipano alla progettazione e realizzazione degli stessi.
Il forte rischio che avvertiamo tuttavia è una PG ricca di attività ed eventi già preconfezionati dove i giovani hanno il semplice ruolo di usufruenti e non un ruolo da protagonisti, nel quale oltre ad essere i destinatari sono anche i soggetti dell’azione perché facenti parte della comunità ecclesiale. Per questo, mettendo al primo posto queste due qualità, la comunione e il protagonismo, la nostra PG è costituita da due blocchi essenziali, o comunque intenzionalmente lavoriamo per rafforzarli.
Anzitutto l’apertura di un centro pastorale, con la presenza di un presbitero stabile, che si occupi dell’organizzazioni di iniziative a livello diocesano come la formazione degli educatori o eventi di aggregazione e riflessione, esercizi spirituali per giovani e così via, con la collaborazione di altri uffici pastorali diocesani.
In secondo luogo la consulta di pastorale giovanile costituita dai vari rappresentati delle parrocchie o unità pastorali e delle associazioni e movimenti laicali, divisa a 3 livelli: quello di “pensiero” circa i progetti pastorali da mettere in atto, sulla base dei bisogni della realtà e del progetto pastorale diocesano; quello relativa alla parte organizzativa delle attività e degli eventi; e infine quello della realizzazione.
Questo soprattutto per far si che gli stessi giovani siano i protagonisti dell’azione pastorale.
Per avere un contatto proficuo con il territorio diocesano e soprattutto per mettere in atto quella comunione che sta alla base della riuscita di ogni iniziativa, la PG di Perugia – oltre la consulta – sta costituendo un’équipe di PG per ogni zona pastorale, costituita da due animatori parrocchiali per parrocchia o UP e aggregazione laicale, presieduta da un presbitero incaricato dal clero di zona. Finalità di questa équipe sono il coordinamento, la condivisione e la progettazione di tutte quelle attività di PG presenti nella parrocchie per mettere in rete le stesse in un’azione pastorale frutto della comunione ecclesiale.
Questo permette di conoscere meglio la realtà giovanile della propria zona pastorale; di “socializzare” e far partecipare alle iniziative diocesane promosse dalla CDPG; di informare la CDPG di quanto accade nella zona; di favorire la comunione tra le diverse realtà operanti tra i giovani, mediante la conoscenza reciproca e la comunicazione di progetti e iniziative (anche, se necessario, mediante l’utilizzo di un social network zonale); di coordinare tra i differenti soggetti per una più efficace azione di ciascuno nel mondo giovanile, soprattutto mediante lo studio di orientamenti unitari; di promuovere iniziative comuni di evangelizzazione della realtà giovanile, di celebrazione e incontro comunitario; curare la formazione degli operatori (animatori) della pastorale dei giovani, in collaborazione con l’ufficio di pastorale giovanile e gli altri servizi diocesani, nell’ottica del sinodo Diocesano; di sostenere le parrocchie che non dispongono di animatori per i giovani, al fine di far nascere in ogni comunità uno o più gruppi di giovani; portare all’attenzione dell’intera comunità ecclesiale e della società civile le problematiche e le aspettative dei giovani, dialogando in piena fiducia con tutti coloro che hanno a cuore la sorte del mondo giovanile; e infine di organizzare, dietro il mandato dei parroci esperienze spirituali in comunione tra le diverse parrocchie (campi estivi, esercizi spirituali, campi di lavoro, week-end formativi).
Progetti e buona volontà non mancano.
Tutto perché i giovani possano sperimentare la chiesa come comunità accogliente e materna, e perché possano in essa intravedere e vivere un’esperienza che permetta loro di sentirsi giovani e insieme cristiani.