I nostri giovani

I giovani perugini, considerando coloro che maggiormente sono individuati nelle azioni pastorali di PG (quindi una fascia di età prevalentemente tra i 14 e i 19 anni), vivono in un contesto storico-sociale caratterizzato dalla post-modernità, dovuta ai vari processi di modernizzazione che hanno visto Perugia passare da una città agricola ad una città industrializzata, in cui la tecnologia ha preso ampio spazio anche nella vita delle fasce giovanili.

Oltre questo i giovani possono essere inquadrati all’interno di quella diffusa difficoltà a costruire una propria identità e a progettare il proprio futuro. Questo dovuto sostanzialmente all’incapacità di una ricerca di senso, che porta il giovane ad effettuare poche scelte e sempre in ridefinizione, vivendo così una vita caratterizzata da una serie di scelte spinte “dal mi sento” e non dal “ho deciso”, dopo un discernimento, in maniera chiara e precisa. Ciò che maggiormente ai giovani preoccupa in ambito decisionale è il “per sempre” di una scelta, sia quella lavorativa che quella esistenziale come il costruirsi una famiglia stabile.

Di fronte a questa realtà alquanto frastagliata il giovane medio è portato ad accumularsi un bagaglio di esperienza in cui vengono raccolte solo le cose utili, che li soddisfano, con la conseguente difficoltà a costruire una scala valoriale che possa indirizzarli nella costruzione della propria identità. Di questo se ne ha un riflesso anche nel rapporto giovane e fede, la quale nella ipotetica scala valoriale viene messa tra gli ultimi posti, nonostante la maggior parte dei giovani si riconoscono appartenenti alla religione cristiana, per pochi è elemento essenziale nella vita quotidiana e per molti è una fede “fai da te” soprattutto per un rifiuto dell’istituzione Chiesa. Il quadro appena fatto può risultare per lo più negativo, ovviamente va considerato che si parla a grandi linee e per categorie, ma da tutto questo si possono trovare punti forza in cui intervenire con un’azione pastorale che possa far ridestare la voglia al giovane di mettersi in discussione come passo iniziale di un cammino di scoperta di sé e di Dio. A prima vista potrà sembrare che i punti forza riportati siano delle debolezze che il giovane vive, questo è vero, ma ancor più vero è il fatto che queste debolezze possono essere il punto forza per l’annuncio evangelico. Non si tratta di sfruttare la situazione instabile dei giovani, ma di annunciare il Cristo a partire dagli ambiti vitali ed esistenziali.

Possiamo allora individuare sinteticamente questi punti forza: i giovani trovano difficoltà nei rapporti con la famiglia, nei rapporti in genere, anche con l’altro sesso, perché vivono la sensazione di non essere amati, capiti o accettati; vivono conseguentemente uno stato di solitudine e una mancanza di punti di riferimento; si ha una sensazione di insicurezza economica e lavorativa e di inutilità o inadeguatezza rispetto alle aspettative della società perugina. In tutto questo un annuncio evangelico efficace può ristabilire quella capacità dei giovani di costruzione integrale della propria personalità, per una vita donata per amore.